Intervista al Tenente Colonello Carlo Saveri dell’Arma dei Carabinieri realizzata per il Notiziario del Forumme del 13 Agosto 2020
________________________________
Spesso durante le sere di inverno o nella frescura di quelle estive ci ricordiamo degli anni passati, dei palii corsi e cominciamo a parlare di speranze frantumate, lacrime versate e ovviamente di cavalli. Perché in fondo lo sappiamo: sono loro i veri protagonisti della corsa, sono loro che benediciamo e che accompagniamo con gli occhi carichi di emozione e speranza e sono sempre loro che alla fine ringraziamo di aver realizzato il nostro sogno di vittoria. Molto spesso ci chiediamo quale sia la vita condotta dai "barberi" una volta terminata la loro carriera sul tufo. Molti rimangono dai loro proprietari trattati come figli, altri invece sono accuditi con altrettanta cura e zelo nel pensionario.
Di
questa istituzione presente sul territorio senese da quasi trent’anni, poco o
nulla sapevamo a parte che fosse un paradiso per i cavalli.
Grazie
alla disponibilità del Tenente Colonello Carlo Saveri dell’Arma dei
Carabinieri, Comandante del Reparto Carabinieri Biodiversità di Siena abbiamo
avuto modo di approfondire alcuni aspetti riguardo l’origine e le funzioni di
questa struttura.
Quali sono le origini del Pensionario?
“Il Pensionario nacque nel 1991, grazie ad un accordo tra il Comune di Siena e il Corpo Forestale dello Stato. Abbiamo sempre avuto un grande rapporto di collaborazione col Comune e l’idea di un Pensionario per i cavalli del Palio fu un progetto all’avanguardia per l’epoca e molto originale.
Per tanti anni, per convenzione, il
Corpo Forestale ha sostenuto tutti i costi del Pensionario. Da qualche anno anche
il Comune contribuisce con una quota alle spese del Pensionario; la convenzione
è triennale.”
Quali sono le funzioni del
Pensionario? Come viene gestito?
“Oggi, rispetto al passato, è cambiato molto il modo di allenare e utilizzare i cavalli destinati anche al Palio, grazie pure al Protocollo Equino del Comune di Siena. Cavalli come quelli che avete visto con noi, stando alla nostra esperienza, arrivano a vivere anche fino intorno ai 30 anni. È un dato interessante questo, perché non vi sono molte conoscenze sulla vera durata della vita dei cavalli.
Il Pensionario, come struttura, si
trova all’interno di una Riserva naturale dello Stato, la riserva di Palazzo,
perché noi come Reparto gestiamo Riserve dello Stato. Abbiamo 5 Riserve, fra
cui questa di Siena che è la più piccola.
Il Pensionario è formato da tanti
pascoli recintati e box con paddock; si parla di 250 ettari, la metà circa è
costituita da boschi, 20/30 sono riservati ai prati coltivati per il foraggio
destinato ai cavalli, il resto sono paddock (28 sono i cavalli presenti, tra
questi 6 del Palio)(dati 2020 ndr). Quando il cavallo
arriva per la prima volta, in molti casi, è passato prima dalla clinica
veterinaria del Ceppo, lo teniamo in box per un breve tempo; successivamente lo
abituiamo gradualmente a stare al
pascolo. La vita migliore per loro è all’aperto, infatti, passato il periodo iniziale
vivranno sempre all’aria aperta, salvo l’insorgere di problemi particolari, in
questi ampi recinti dotati di abbeveratoi e tettoie, dove potranno pascolare
tutto l’anno. Vengono comunque alimentati ogni giorno con mangime e fieno.
Siamo dotati inoltre di un maniscalco di servizio e di un veterinario
convenzionato.”
Ancora oggi gestite l’allevamento
dei cavalli grazie all’incremento delle fattrici?
“Noi non gestiamo più l’allevamento per quel tipo di cavallo. Prima facevamo allevamento anche della razza anglo-araba e poi addestramento. Non lo facciamo più perché negli anni abbiamo ridotto e reindirizzato le attività allevatoriali.
Questo Reparto ha quasi un secolo
di storia e, in passato, cioè negli anni, sostanzialmente, Cinquanta, Sessanta
e inizio Settanta, quelle che poi sono diventate riserve naturali erano aziende
pilota, quindi l’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, gestiva questi
terreni con l’intento di creare delle attività economiche nelle aree montane e
collinari marginali, e la maggior parte delle attività che sviluppava erano di
tipo allevatoriale, soprattutto bovini e suini, al margine equini.
Successivamente molte cose sono cambiate e adesso alleviamo soltanto razze in
via di estinzione come il cavallino di Monterufoli e l’asino amiatino.”
Oltre alle attività allevatoriali, poi cessate, avete mai pensato di reinserire cavalli, che in passato avevano ben recuperato da un infortunio, laddove ci fossero stati presupposti, in attività diverse come passeggiate o competizioni?
Questo no, non si è mai fatto. Quando escono dal Ceppo, vengono da noi solo se possono vivere autonomamente la loro vita, devono essere in grado di potersi muovere liberamente e talvolta riacquistano andature che sembrano normali, ma non sono mai stati montati e utilizzati.
Qual è il futuro e quali sono le
prospettive della struttura?
“Il futuro della struttura, lo vedo positivo, così come è stato positivo il passaggio dal Corpo Forestale all’Arma dei Carabinieri. Per cui stiamo andando avanti con tutte le attività tradizionali, il settore biodiversità è divenuto una specialità dell’Arma dei Carabinieri.”
Ci sono anche altre attività come
la vostra nel mondo paliesco al di là di Siena?
“Come Corpo Forestale prima ed Arma dei Carabinieri adesso, non ci sono altri esempi come il nostro, questa nostra è una realtà unica. “
I contradaioli, le Contrade, gli
affezionati, vengono a visitare questi cavalli?
“Si, negli anni sono venuti molti gruppi da Siena, anche di giovani contradaioli, soprattutto nel periodo estivo.”
Dopo
questa piacevole chiacchierata condotta nell’ufficio, il Tenente Colonello
Carlo Severi ci invita a far visita ai soggetti ospiti di cui fino ad ora
avevamo solo parlato. Per prima salutiamo Zullina, ospite nella piccola riserva
presente al Comando Centrale a Siena. La troviamo mentre pascola placidamente
nel suo paddock in compagnia di una giovane cavalla di razza monterufolina,
entrambe al riparo dalla calura del sole estivo che cominciava a farsi sentire.
Noi contentissimi cerchiamo di attirarla, ma senza troppi risultati: le nostre
mani vuote e i nostri richiami erano meno invitanti dell’ombra e dell’erba da
brucare.
Ci
spostiamo poi verso il distaccamento del pensionario situato nel Comune di
Radicondoli. A soli 45 minuti da Siena e situato in un ambiente boschivo al
confine tra le province di Siena, Grosseto e Pisa. Anche se le informazioni
forniteci poco prima dal Comandante erano state molto esaustive non ci avevano
preparato a quello spettacolo. Tra le colline verdi smeraldo si sono aperti
davanti ai nostri occhi 3 paddock dal terreno morbido e liscio che, come ci
spiegava il Comandante poco prima, è pensato appositamente per agevolare
l’andatura dei cavalli. La vera sorpresa però sono stati proprio i barberi:
vederli venire verso di noi con passo sicuro e spedito, chi ancora coi muscoli
scolpiti, chi un po’ più fragile e con qualche pelo bianco sul mantello. Il
personale del centro ci ha fatto entrare nel paddock per darci l’opportunità di
vederli un po’ più da vicino. Siamo stati per oltre mezz’ora ad accarezzarli,
cullarli con parole dolci e adorazione fanciullesca. D’un tratto siamo tornati
i bambini che con gli occhi pieni di ammirazione vedono arrivare in contrada il
barbero anticipato dal rumore dei suoi zoccoli ferrati sulla pietra serena. Ma
l’aspetto più sorprendente, se possibile, è stato un altro.
I
cavalli si sa hanno una intelligenza emotiva particolare che li fa distinguere
le minacce dalle situazioni innocue. Dopo averci guardato negli occhi e
compreso le genuinità delle nostre emozioni sincere si sono concessi a noi in coccole,
talvolta venendole avidamente a cercarle quando interagivamo tra noi umani. Li
abbiamo lasciati a malincuore e loro ci hanno seguito con le loro testone
incuriosite e con un ultimo sguardo sembravano dirci “Tornate a farci le
coccole, vero?!?”.
Di
questa esperienza sicuramente ci rimarrà il piacere e il privilegio di aver
ritrovato questi ex guerrieri a quattro zampe e di averli nuovamente
ringraziati. A tutto questo, che poco non è, va aggiunto un plauso ai
Carabinieri Forestali e tutto il personale che si occupa del Pensionario. Il
rispetto per l’animale “cavallo”, la sua natura di stare in branco e libero di
muoversi all’aperto sono i principi cardine che muovono le loro attività. A
questo va aggiunta la cortesia squisita con cui ci hanno accolto e risposto a
tutte le domande che, come giornalisti ma soprattutto come contradaioli,
eravamo ansiosi di porre. Ci hanno riservato la stessa gentilezza e premura che
dedicano agli animali.….E credeteci, qui agli animali gli vogliono bene davvero
!!
Nessun commento:
Posta un commento