domenica 4 agosto 2024

Alla scoperta del Pensionario

Intervista al Tenente Colonello Carlo Saveri dell’Arma dei Carabinieri realizzata per il Notiziario del Forumme del 13 Agosto 2020

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Spesso durante le sere di inverno o nella frescura di quelle estive ci ricordiamo degli anni passati, dei palii corsi e cominciamo a parlare di speranze frantumate, lacrime versate e ovviamente di cavalli. Perché in fondo lo sappiamo: sono loro i veri protagonisti della corsa, sono loro che benediciamo e che accompagniamo con gli occhi carichi di emozione e speranza e sono sempre loro che alla fine ringraziamo di aver realizzato il nostro sogno di vittoria. Molto spesso ci chiediamo quale sia la vita condotta dai "barberi" una volta terminata la loro carriera sul tufo. Molti rimangono dai loro proprietari trattati come figli, altri invece sono accuditi con altrettanta cura e zelo nel pensionario.

Di questa istituzione presente sul territorio senese da quasi trent’anni, poco o nulla sapevamo a parte che fosse un paradiso per i cavalli.
Grazie alla disponibilità del Tenente Colonello Carlo Saveri dell’Arma dei Carabinieri, Comandante del Reparto Carabinieri Biodiversità di Siena abbiamo avuto modo di approfondire alcuni aspetti riguardo l’origine e le funzioni di questa struttura.


Zullina (nata nel 1995; 1 Palio corso +1 a cui non ha partecipato per iperpiressia , esordio: 2 luglio 2001, ultimo Palio: 2 luglio 2001. Dal 2001 risiede al pensionario).


Quali sono le origini del Pensionario?

“Il Pensionario nacque nel 1991, grazie ad un accordo tra il Comune di Siena e il Corpo Forestale dello Stato. Abbiamo sempre avuto un grande rapporto di collaborazione col Comune e l’idea di un Pensionario per i cavalli del Palio fu un progetto all’avanguardia per l’epoca e molto originale.

Per tanti anni, per convenzione, il Corpo Forestale ha sostenuto tutti i costi del Pensionario. Da qualche anno anche il Comune contribuisce con una quota alle spese del Pensionario; la convenzione è triennale.”

 

Quali sono le funzioni del Pensionario? Come viene gestito?

“Oggi, rispetto al passato, è cambiato molto il modo di allenare e utilizzare i cavalli destinati anche al Palio, grazie pure al Protocollo Equino del Comune di Siena. Cavalli come quelli che avete visto con noi, stando alla nostra esperienza, arrivano a vivere anche fino intorno ai 30 anni. È un dato interessante questo, perché non vi sono molte conoscenze sulla vera durata della vita dei cavalli.

Il Pensionario, come struttura, si trova all’interno di una Riserva naturale dello Stato, la riserva di Palazzo, perché noi come Reparto gestiamo Riserve dello Stato. Abbiamo 5 Riserve, fra cui questa di Siena che è la più piccola.

Il Pensionario è formato da tanti pascoli recintati e box con paddock; si parla di 250 ettari, la metà circa è costituita da boschi, 20/30 sono riservati ai prati coltivati per il foraggio destinato ai cavalli, il resto sono paddock (28 sono i cavalli presenti, tra questi 6 del Palio)(dati 2020 ndr).  Quando il cavallo arriva per la prima volta, in molti casi, è passato prima dalla clinica veterinaria del Ceppo, lo teniamo in box per un breve tempo; successivamente lo abituiamo gradualmente  a stare al pascolo. La vita migliore per loro è all’aperto, infatti, passato il periodo iniziale vivranno sempre all’aria aperta, salvo l’insorgere di problemi particolari, in questi ampi recinti dotati di abbeveratoi e tettoie, dove potranno pascolare tutto l’anno. Vengono comunque alimentati ogni giorno con mangime e fieno. Siamo dotati inoltre di un maniscalco di servizio e di un veterinario convenzionato.”

 

Ancora oggi gestite l’allevamento dei cavalli grazie all’incremento delle fattrici?

“Noi non gestiamo più l’allevamento per quel tipo di cavallo. Prima facevamo allevamento anche della razza anglo-araba e poi addestramento. Non lo facciamo più perché negli anni abbiamo ridotto e reindirizzato le attività allevatoriali.

Questo Reparto ha quasi un secolo di storia e, in passato, cioè negli anni, sostanzialmente, Cinquanta, Sessanta e inizio Settanta, quelle che poi sono diventate riserve naturali erano aziende pilota, quindi l’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, gestiva questi terreni con l’intento di creare delle attività economiche nelle aree montane e collinari marginali, e la maggior parte delle attività che sviluppava erano di tipo allevatoriale, soprattutto bovini e suini, al margine equini. Successivamente molte cose sono cambiate e adesso alleviamo soltanto razze in via di estinzione come il cavallino di Monterufoli e l’asino amiatino.”



Oltre alle attività allevatoriali, poi cessate, avete mai pensato di reinserire cavalli, che in passato avevano ben recuperato da un infortunio, laddove ci fossero stati presupposti, in attività diverse come passeggiate o competizioni?

Questo no, non si è mai fatto. Quando escono dal Ceppo, vengono da noi solo se possono vivere autonomamente la loro vita, devono essere in grado di potersi muovere liberamente e talvolta riacquistano andature che sembrano normali, ma non sono mai stati montati e utilizzati.

 

Qual è il futuro e quali sono le prospettive della struttura?

“Il futuro della struttura, lo vedo positivo, così come è stato positivo il passaggio dal Corpo Forestale all’Arma dei Carabinieri. Per cui stiamo andando avanti con tutte le attività tradizionali, il settore biodiversità è divenuto una specialità dell’Arma dei Carabinieri.”

 

Ci sono anche altre attività come la vostra nel mondo paliesco al di là di Siena?

“Come Corpo Forestale prima ed Arma dei Carabinieri adesso, non ci sono altri esempi come il nostro, questa nostra è una realtà unica. “

 

I contradaioli, le Contrade, gli affezionati, vengono a visitare questi cavalli?

Si, negli anni sono venuti molti gruppi da Siena,  anche di giovani contradaioli, soprattutto nel periodo estivo.”



Altoprato (nato nel 1996; 9 Palii corsi, esordio: 9 settembre 2000, ultimo Palio: 16 agosto 2004. Dal 2004 risiede al pensionario). Deceduto nel 2021

 

Dopo questa piacevole chiacchierata condotta nell’ufficio, il Tenente Colonello Carlo Severi ci invita a far visita ai soggetti ospiti di cui fino ad ora avevamo solo parlato. Per prima salutiamo Zullina, ospite nella piccola riserva presente al Comando Centrale a Siena. La troviamo mentre pascola placidamente nel suo paddock in compagnia di una giovane cavalla di razza monterufolina, entrambe al riparo dalla calura del sole estivo che cominciava a farsi sentire. Noi contentissimi cerchiamo di attirarla, ma senza troppi risultati: le nostre mani vuote e i nostri richiami erano meno invitanti dell’ombra e dell’erba da brucare.

Ci spostiamo poi verso il distaccamento del pensionario situato nel Comune di Radicondoli. A soli 45 minuti da Siena e situato in un ambiente boschivo al confine tra le province di Siena, Grosseto e Pisa. Anche se le informazioni forniteci poco prima dal Comandante erano state molto esaustive non ci avevano preparato a quello spettacolo. Tra le colline verdi smeraldo si sono aperti davanti ai nostri occhi 3 paddock dal terreno morbido e liscio che, come ci spiegava il Comandante poco prima, è pensato appositamente per agevolare l’andatura dei cavalli. La vera sorpresa però sono stati proprio i barberi: vederli venire verso di noi con passo sicuro e spedito, chi ancora coi muscoli scolpiti, chi un po’ più fragile e con qualche pelo bianco sul mantello. Il personale del centro ci ha fatto entrare nel paddock per darci l’opportunità di vederli un po’ più da vicino. Siamo stati per oltre mezz’ora ad accarezzarli, cullarli con parole dolci e adorazione fanciullesca. D’un tratto siamo tornati i bambini che con gli occhi pieni di ammirazione vedono arrivare in contrada il barbero anticipato dal rumore dei suoi zoccoli ferrati sulla pietra serena. Ma l’aspetto più sorprendente, se possibile, è stato un altro.

I cavalli si sa hanno una intelligenza emotiva particolare che li fa distinguere le minacce dalle situazioni innocue. Dopo averci guardato negli occhi e compreso le genuinità delle nostre emozioni sincere si sono concessi a noi in coccole, talvolta venendole avidamente a cercarle quando interagivamo tra noi umani. Li abbiamo lasciati a malincuore e loro ci hanno seguito con le loro testone incuriosite e con un ultimo sguardo sembravano dirci “Tornate a farci le coccole, vero?!?”.

Di questa esperienza sicuramente ci rimarrà il piacere e il privilegio di aver ritrovato questi ex guerrieri a quattro zampe e di averli nuovamente ringraziati. A tutto questo, che poco non è, va aggiunto un plauso ai Carabinieri Forestali e tutto il personale che si occupa del Pensionario. Il rispetto per l’animale “cavallo”, la sua natura di stare in branco e libero di muoversi all’aperto sono i principi cardine che muovono le loro attività. A questo va aggiunta la cortesia squisita con cui ci hanno accolto e risposto a tutte le domande che, come giornalisti ma soprattutto come contradaioli, eravamo ansiosi di porre. Ci hanno riservato la stessa gentilezza e premura che dedicano agli animali.….E credeteci, qui agli animali gli vogliono bene davvero !!


Eleonora Sozzi, Caterina Manganelli, Lorenzo Gonnelli

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