Se siamo in centro e dobbiamo recarci nel cuore della Contrada della Lupa una delle vie di accesso privilegiate è Via di Vallerozzi.
Personalmente mi ha sempre incuriosito questo nome e la sua origine. Sembra non esserci un’unica sorgente a cui risalire e spulciando tra le pubblicazioni fatte dalla Contrada della Lupa sul suo territorio sono emerse che:
“Per alcuni si fa riferimento ad una famiglia (i Ruozzi), per altri al rappresentante più titolato (Rozzo o Rozo, indicato in alcuni documenti come “Pellicciario”) di una importante casata, i Rognoni. Per altri ancora, invece, la denominazione presa dall’intera vallata era dovuta al fatto che la zona era abitata da numerose famiglie di aretini che, stante le loro modeste condizioni economiche, erano costrette a vivere in ambienti poveri e malsani (probabilmente grotte) e quindi definiti “rozzi”
Il Vicolo di Borgofranco termina il suo percorso costeggiando il lato sinistro della Fonte Nuova.
Difficile spiegare l’impressione che si prova quando la vista incontra la Fonte, dopo che si è abituata al buio del vicolo del Lavatoio. Ci si vede aprire davanti agli occhi la vista di una costruzione monumentale. Questo forse è il primo aggettivo che viene da pensare e più ti avvicini a Fonte Nuova e più se ne è convinti. Perché l’impressione che si ha della Fonte appena la vedi è la seguente: un solido parallelepipedo di mattoni dai bordi a tratti sbeccati e scoloriti, alleggerito da altrettanti imponenti archi a sesto acuto che aprono a due vasche di acqua limpida. Sembra una sentinella, che con sguardo severo domina la vallata sottostante e si sale sulla Casa del Pittore e si accede all’immenso terrazzo, si ha proprio l’idea di montare la guardia.
A volte mi piace pensare a Lei, la Fonte, come ad una vecchia nonna che ci ascolta e si diletta ad osservare generazioni di persone nascere, crescere e correre nei suoi dintorni. Può sembrare un atteggiamento strano dare del “familiare” ad un luogo a cui alla fine hanno accesso tutti. Per gli abitanti del rione, i suoi contradaioli (me compresa) Fontenuova è casa: il suo pratino, la piazza ai suoi piedi sono come il salotto dove mettersi a parlare con le amiche di una vita, riunirsi a cena, festeggiare avvenimenti importanti.
Sorpassati i colonnini di Vallerozzi è come chiudere l’uscio di casa e lasciare il mondo al di fuori. Tutto quello che è successo durante la giornata non ha importanza. Possiamo scendere verso di te: l’animo sospira e dice “Sono a casa”.
Eleonora Sozzi
Bibliografia: Le pietre raccontano. Vallerozzi e dintorni-“I Gemelli. Quaderni della Contrada della Lupa , Seconda Edizione”
Articolo tratto dal Notiziario del Forumme del 16 Agosto 2020 dedicato alla Contrada della Lupa
Nessun commento:
Posta un commento